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Arabia Saudita. Maghras, a Farm for Experimentation / Saudi Arabia. Maghras, a Farm for Experimentation

Tipologia Sezione
Data 12/05/2025 - 09/11/2025

Contenuto

Commissionata da: Ministero della Cultura dell'Arabia Saudita
A cura di: Lulu Almana e Sara Al Omran

Arabia Saudita. Maghras, a Farm for Experimentation
(ordinary) architecture esamina aspetti spesso trascurati degli spazi quotidiani, concentrandosi su come gli oggetti semplici ne plasmino le qualità. L'ordinario rivela le disuguaglianze nell'architettura e negli ambienti urbani, indipendentemente dalle loro origini. Un esempio emblematico è il garage di Yerevan, originariamente destinato alle automobili. Abbandonato a causa dei cambiamenti socio-economici, ora simboleggia la trasformazione, rivelando il potenziale degli spazi urbani per la creatività. Il Padiglione Nazionale Armeno è uno spazio concettuale, progettato per assomigliare a un garage astratto pieno di potenziale. Questo spazio unico funge da piattaforma simbolica per la creatività e la comunità, riecheggiando lo spirito collaborativo di Yerevan, la capitale dell'Armenia.
All'interno del padiglione, una collezione di manufatti incarna l’essenza culturale della città. Dai bozzetti architettonici agli abiti e alle opere d’arte, questi oggetti si intrecciano con le storie e le visioni delle menti creative di Yerevan. La ricerca mira a rivelare il potenziale nascosto negli elementi urbani trascurati, invitando gli architetti armeni a ripensare l’architettura quotidiana e i suoi oggetti, incoraggiandoli a scoprire la bellezza nascosta e il potenziale non sfruttato nella routine della vita cittadina. 


Commissioned by: the Ministry of Culture of Saudi Arabia
Curated by: Lulu Almana and Sara Al Omran

Saudi Arabia. Maghras, a Farm for Experimentation
The pavilion unfolds as a site of reflection and response, shaped by research, programmes, and artistic interventions cultivated at Maghras, a farm and interdisciplinary community space in Al Ahsa. Once defined by water abundance, this ancient oasis has undergone ecological and social shifts that echo across agrarian landscapes worldwide. Structured as a transplanted Maghras—a unit of land demarcated by four palm trees—the pavilion symbolically frames the dialogues, material traces, soundscapes of field recordings, and speculative gestures emerging from the space. It invites audiences into Al Ahsa’s evolving agro-ecosystems, engaging with urgent questions of preservation, adaptation, and reimagination to cultivate a more restorative bond between people and ecology.